I suoni delle nostre Feste
Pubblicato
Lunedì
25 novembre 2024
Concerto grosso in sol minore, op. 6, n. 8
Arcangelo Corelli è stato uno dei più grandi violinisti e compositori del Barocco, e la sua conoscenza approfondita degli strumenti a corda è particolarmente esaltata nel suo Concerto Grosso per la notte di Natale. In questo brano, agli archi viene affidato un ruolo particolare: “Il primo brano che ho scelto è il Concerto Grosso di Corelli, composto per la notte di Natale. Questo pezzo è molto eseguito durante il periodo natalizio, soprattutto per il suo ultimo movimento, una Pastorale in cui gli archi richiamano il suono delle cornamuse, strumento tipicamente natalizio.”
Stille Nacht
Il celeberrimo brano, scritto da Joseph Mohr e musicato da Franz Xaver Gruber tra il 1816 e il 1818, nasconde una particolarità degna di nota. ” Ho scelto questo canto della tradizione” racconta Bonato “perché mi ricorda molto Brahms nel modo in cui è scritto. è armonicamente molto semplice, ma si muove per terze e per seste proprio come accade in Brahms, specialmente nello straordinario tema della seconda sinfonia. Ricorda anche un po’ la sua Ninna Nanna… Quindi questo canto, che è molto pacato, molto quieto, ha un po’ questi echi bramsiani che lo rendono molto interessante all’ascolto”.
Adeste Fideles
Le origini di Adeste Fideles sono avvolte nel mistero: attribuito tradizionalmente a John Francis Wade nel XVIII secolo, questo canto potrebbe avere radici ancora più antiche. Solenne e maestoso, è diventato un inno natalizio universale. “Ho scelto un altro brano della tradizione, che però mostra come anche un canto di Natale possa esprimere una grande complessità armonica. Adeste Fideles è solenne, nobile e presenta un’elaborazione musicale decisamente più articolata rispetto a Stille Nacht.”
Greensleeves
“La leggenda narra che questo brano fu scritto da Enrico VIII. per Anna Bolena. Entrato a far parte della tradizione inglese, nel corso dei secoli ha subito tantissime trasformazioni. Lo trovo interessante poiché rievoca un po’ la musica rinascimentale.”
God Rest You Merry, Gentlemen
Questo canto natalizio inglese ha acquisito una certa notorietà grazie alla sua menzione in Canto di Natale di Charles Dickens. “God Rest You Merry, Gentlemen proviene dalla tradizione inglese e ha avuto un curioso revival in una puntata natalizia di Mr. Bean, dove il protagonista lo dirige con una banda di paese in modo molto divertente.”
“Marcia”, Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij
“Non c’è Natale senza Lo Schiaccianoci. Ho scelto due brani da questo balletto, che è diventato simbolo delle festività natalizie, con la figura dello Schiaccianoci che è addirittura arrivata a diventare addobbo per eccellenza del Natale. Il primo è la Marcia, che fa anche parte della Suite, e che non ha davvero bisogno di giustificazioni”.
“Danza della Fata Confetto”, Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Un altro brano che definisce la magia del balletto è la Danse de la Fée Dragée, la Danza della Fata Confetto, in cui Tchaikovsky sfrutta l’innovativo suono della celesta. Bonato aggiunge: “La celesta, uno strumento nuovo all’epoca, fu acquistata da Tchaikovsky durante un suo soggiorno a Parigi. Era talmente entusiasta di questa novità che chiese al suo editore di non farla vedere a nessuno, per poterla utilizzare per primo. Il suono della Celesta, che è molto vitreo, sembra quasi neve, è perfetto per il personaggio della fata Confetto.”
O Holy Night
Un altro brano che non può mancare nelle celebrazioni natalizie è O Holy Night, un canto sacro della tradizione inglese che è diventato celebre anche grazie al film Mamma ho perso l’aereo. “Si tratta di un brano molto sacro, che tocca corde molto intime.”
I Will Follow Him
Il termine “gospel” deriva dall’antico inglese godspell, che significa “buona novella” e indica un genere musicale profondamente legato alla tradizione religiosa e alle celebrazioni natalizie. Tra i brani che meglio esprimono questa energia c’è I Will Follow Him, reso celebre dal film Sister Act con Whoopi Goldberg. “Il canto gospel è qualcosa che caratterizza fortemente il Natale, quindi è fondamentale che ci sia anche questo pezzo”.
Hark! The Herald Angels Sing
“Questo è uno dei miei canti preferiti in assoluto. La melodia è stata riadattata da Felix Mendelssohn da una delle sue cantate, la Cantata di Gutenberg. Mendelssohn ne rimaneggiò la melodia e il risultato fu il brano iconico della tradizione inglese che conosciamo oggi”. Un interessante aneddoto riguarda il fatto che, fino all’età vittoriana, Hark! The Herald Angels Sing – insieme a While Shepherds Watched Their Flocks by Night – fu l’unico canto natalizio non solo approvato, ma anche ammesso nelle liturgie dalla Chiesa inglese.
Ave Maria di Gounod
“L’Ave Maria di Gounod è forse un po’ meno conosciuta di quella di Schubert, ma altrettanto meravigliosa.” La melodia del brano fu scritta dal compositore francese Charles Gounod nel 1859, che la pensò sovrapposta al Preludio n. 1 in do maggiore dal Clavicembalo ben temperato (BWV 846) di Johann Sebastian Bach, composto circa 137 anni prima.
Oratorio di Natale di Bach
“L’Oratorio di Natale di Bach è un capolavoro della musica colta, scritto dal compositore nel 1734 per celebrare il Natale e le festività. Un’opera monumentale, che rappresenta un trattato straordinario di sapienza musicale, con una combinazione impeccabile di musica strumentale, corale e, soprattutto, sacra”. L’Oratorio venne composto nel 1734 ed è ad oggi una delle più famose e più eseguite composizioni sacre di Bach.
Santa Claus Is Coming to Town
“Dopo Bach ho voluto inserire un brano pop molto famoso e scoppiettante: Santa Claus Is Coming to Town. Questo brano è diventato un vero e proprio classico, grazie ai tanti cantanti leggeri che lo hanno portato alla ribalta. È ormai la colonna sonora dei mercatini di Natale e delle festività in generale, diventando un pezzo assolutamente popolare e amato in tutto il mondo.”
Deck the Halls
“A seguire questa scia di brani popolari, ho scelto due canti di Natale dallo stesso spirito: Deck the Halls e Jingle Bells. Entrambi sono famosissimi e conosciuti da tutti, ma a differenza degli altri brani che erano più solenni, sacri e cerimoniali, questi due sono decisamente più spiritosi, frizzanti ed energici. Trasmettono proprio l’idea della festa e della gioia tipica della festività natalizia.”
Jingle bells
Curiosamente, Jingle Bells fu originariamente scritto per il Giorno del Ringraziamento e non per il Natale! Composta nel 1857 da James Lord Pierpont, la canzone si intitolava inizialmente “One Horse Open Sleigh” e descriveva un giro in slitta. Solo successivamente venne associata al Natale e divenne uno dei canti natalizi più amati al mondo.
Frühlingsträumen di Johann Strauss II
“L’ultimo brano di questa selezione è il Frühling di Johann Strauss II. Non si può parlare di festività senza Johann Strauss o senza la famiglia Strauss in generale. Frühlingsträumen (Sogni di primavera) è uno dei waltzer più celebri di Strauss, portato alla ribalta nei concerti di Capodanno e divenuto, a sua volta, un simbolo delle festività legate a questi eventi. Un capolavoro che rappresenta perfettamente lo spirito festoso del concerto di Capodanno: non potevamo non concludere con esso!”