Spiriti artistici liberi: il sogno, la creazione
Chi dedica la propria vita all’arte lo fa in piena coscienza. È la coscienza del bello, ma anche dell’eventuale difficoltà che un’esistenza simile comporta. Da sempre è un tenersi in equilibrio tra la povertà e la realizzazione personale, tra l’amarezza della realtà e il desiderio perenne di profondità e intensità.
Il termine francese “bohème” deriva dal XVII secolo e designa lo stile di vita di persone con ambizioni artistiche in campo letterario, intellettuale, musicale o delle arti figurative. Lo stereotipo comune di un bohémien tratteggia un giovane artista che soffre di povertà ma ha grandi ideali e disdegna perlopiù la società e il materialismo. Si tratta spesso di giovani borghesi che desiderano sottrarsi alle norme restrittive e alle consuetudini famigliari nonché alla loro posizione sociale per inseguire un desiderio di individualità, realizzazione e autenticità.
“Chi di noi, negli anni della gioventù, non si è sentito un bohémien? È una sensazione strettamente legata a un sentimento di sé.”
(Matthias Lošek, direttore artistico del programma operistico nonché regista de “La Bohème”)