La composizione dell’orchestra sinfonica Haydn

Pubblicato
Venerdì
29 marzo 2024

Nuovo progetto (11)
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Uno sguardo alla composizione dell’orchestra sinfonica

Nella musica classica, l’orchestra sinfonica s’innalza come una maestosa costruzione fatta di suoni e melodie e si distingue per un ampio ventaglio di strumenti. Ogni strumento suscita nel pubblico sensazioni diverse attraverso il proprio timbro unico, e la combinazione accorta di questi timbri conferisce alla musica la sua profondità e la capacità di emozionare. Dietro alla disposizione degli elementi di un’orchestra sinfonica si cela una struttura complessa. Di seguito spieghiamo come direttore, musicisti e strumenti si fondono in un insieme armonioso.

Ogni strumento è importante

L’impianto dell’orchestra sinfonica si è saldamente affermato a partire dal classicismo viennese, ovvero dalla seconda metà del XVIIII secolo. Se un’orchestra da camera è composta da 10-20 musicisti, nel caso dell’orchestra sinfonica si va dai 50 ai 100. L’Orchestra Haydn ha un organico fisso di 46 musicisti stabili che – a seconda del programma – sono affiancati da musicisti aggiunti. Mentre suonano, si fondono tutti, ciascuno con la propria personalità e le proprie capacità, in un timbro collettivo. La disposizione dei posti è fondamentale per l’effetto complessivo e per creare un’armonia a livello di suono e volume. Gli strumentisti, i posti che occupano in orchestra e i loro vicini di sedia sono il risultato di una lunga tradizione. Oltre alla disposizione dell’orchestra cosiddetta «europea», impiegata soprattutto per le opere del classicismo viennese, c’è anche una variante più «recente», americana, che prevede ad esempio che i primi e i secondi violini suonino gli uni accanto agli altri. Si tratta della disposizione ormai adottata dalla maggior parte delle orchestre in tutto il mondo.
La posizione degli strumenti non è in alcun modo indicativa della loro importanza. Si tiene piuttosto conto di aspetti quali il volume, l’udibilità dei vari strumenti e il suono d’insieme. Per questo gli strumenti più «delicati» sono disposti sul davanti e quelli dalla sonorità più forte dietro. In linea di massima il direttore dovrebbe poter sentire tutti gli strumenti, e al pubblico dovrebbe giungere un suono d’insieme omogeneo.

La disposizione è determinata dallo strumento suonato

Nell’insieme, la composizione dell’orchestra sinfonica è un’interazione complessa tra artisti, strumenti ed emozioni. Oltre che per un repertorio molto vario, l’Orchestra Haydn si distingue per la sua versatilità e la sperimentazione in quanto a formazione e spazi in cui si esibisce. A costituire la base sono gli archi: primi violini, secondi violini, viole, violoncelli. Creano un tappeto sonoro e sono seduti a semicerchio sul davanti, da sinistra a destra, attorno al direttore. Questa disposizione riprende la versione dell’orchestra americana.
Nel semicerchio successivo si trovano eventuali strumenti di supporto, quali il pianoforte, la celesta e l’arpa, seguiti dai fiati: clarinetti, flauti, fagotti e oboi. Accanto a loro ci sono i corni e i contrabbassi.
Gli ottoni – tromba, trombone e tuba – sono disposti dietro ancora, in terza fila, in ragione del volume di suono prodotto.
Tutto in fondo si trovano infine le percussioni, responsabili della precisione ritmica. Questa scelta è dovuta anzitutto allo spazio che occupano, e in secondo luogo, naturalmente, alle esplosioni sonore che producono.

Archi, fiati e percussioni si suddividono a loro volta in varie sezioni, ciascuna con un ruolo specifico. Spesso si distingue tra primi e secondi violini, viole, violoncelli e contrabbassi. Anche fiati e percussioni sono suddivisi in gruppi. Questa struttura consente agli strumentisti di accordarsi gli uni agli altri e di interpretare la musica con grande precisione.

Il direttore dipinge la melodia

Il direttore sta sul podio e conferisce struttura all’orchestra. Con i suoi gesti dirige il ritmo, certo, ma non solo: interpreta e dà forma allo spazio musicale nel suo complesso. La sua abilità e il suo sentimento orientano l’armonia e la dinamica dell’insieme. Sin dalle sue origini, nel 1960, sul podio dell’Orchestra Haydn si sono alternati direttori di alta levatura, tra cui Antonio Pedrotti – primo direttore stabile dell’orchestra –, Ola Rudner e Arvo Volmer. Ottavio Dantone è l’attuale direttore principale dell’Orchestra Haydn. Con la sua visione intende sfruttare meglio ancora la versatilità e la finezza tecnica dell’insieme sonoro.

Sarah Meraner

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