Satyricon di Bruno Maderna: un’opera da camera straordinaria

Pubblicato
Martedì
28 gennaio 2025

Manu Lalli
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La regista Manu Lalli racconta

Satyricon di Bruno Maderna è un’opera straordinaria sotto molti punti di vista: per la sua forma, la composizione, la frammentarietà del testo di riferimento e le sue possibilità interpretative. Abbiamo chiesto alla regista Manu Lalli come si sia approcciata a quest’opera: lasciamo spazio alle sue parole…

Un caos unico

Ci troviamo di fronte a un’opera incredibilmente complessa, unica nel suo caos apparentemente arbitrario, che richiede di essere domata. Prima di tutto, bisogna orientarsi all’interno di questo lavoro e accettare il tipo di libertà artistica che offre – una libertà che il compositore Maderna ci regala e che, nella mia carriera, non avevo mai sperimentato. Questa libertà consente un’enorme possibilità di interpretazione: dona la sensazione di partecipare al processo creativo di un’opera d’arte. Insieme a Tonino Battista, abbiamo lavorato sulla frammentarietà del testo, trovato un filo conduttore coerente e costruito il nostro “Satyricon” ex novo, sempre rispettando l’intenzione del compositore.

Il potere del denaro

Quest’opera mi ha affascinata fin dal principio: mi è stato subito chiaro che il filo conduttore fosse lo sfaldarsi di un impero. L’immagine di una società sul punto di perdere i propri valori, spinta dalla cupidigia, senza vergogna e priva di rispetto per gli altri, emerge già nel testo di riferimento, si riflette nel tempo di Maderna ed è tristemente attuale anche oggi. Il denaro domina la morale, il potere del denaro influenza il corso della storia, la ripetizione della storia stessa e la trama dell’opera. Sia la musica che il testo in “Satyricon” raccontano questo: ognuno canta per sé…perchè le persone non comunicano più tra loro. Si parla tanto, ma non si dice nulla. La capacità di ascoltare e relazionarsi è sparita. Questo sentimento è ciò che cerco di portare in scena, perché riflette molto il nostro tempo.
La figura centrale, Trimalcione, è per me il simbolo della decadenza sociale: un uomo che si immerge nel lusso e nella fama, e che persino di fronte alla morte non teme la perdita dei suoi amici o dei legami umani, ma esclusivamente quella delle sue ricchezze. Anche questo è incredibilmente attuale e mi ricorda molte persone, in fondo tutti noi.

Un mondo sull’orlo del baratro

Per questo motivo, questa storia deve essere raccontata da molti e per molti: deve essere comprensibile. In Satyricon abbiamo degli interpreti straordinari, provenienti da contesti di vita e realtà sociali molto diversi, tra cui alcune studentesse e studenti del Corso di Assistente Tecnica e Tecnico della Spettacolo – Backstage della Scuola Professionale per il Commercio, Turismo e Servizi “L. Einaudi”. La Fondazione Haydn collabora spesso con questo corso, e per quest’Opera alcuni ragazzi saranno sul palco assieme ai cantanti. In questa produzione rappresentano una sorta di coro greco antico: in bilico sull’orlo del baratro, sono al tempo stesso spettatori, partecipanti e protagonisti. A Bolzano, lavoro con la mia compagnia Venti Lucenti, un progetto educativo e di teatro pedagogico, e con la Fondazione Haydn. Abbiamo discusso a lungo su questo testo con i giovani che sono in scena. È stato sorprendente vedere quanto abbiano saputo mettere in relazione il contenuto con le proprie esperienze e visioni del mondo. La disparità tra ricchi e poveri, il contrasto tra un lusso inimmaginabile e condizioni di estrema precarietà, sono temi che toccano profondamente i giovani di oggi.

Un’epoca di cambiamenti

Credo che siamo nuovamente a un punto di svolta, in un’epoca di trasformazioni. Questi momenti – per quanto, come scrivono molti grandi autori, possano essere entusiasmanti da vivere se ci si trova dalla parte giusta del globo – gettano ombre lunghe. L’assurdità e la sfrenatezza dilagano. I valori e i confini morali cadono, le persone sono disorientate e infrangono ogni tabù. Naturalmente, non si può mettere in scena l’intera storia dell’umanità; per questa produzione ho quindi scelto tre momenti di svolta. I costumi e gli oggetti di scena richiamano la fine dell’Impero Romano, la caduta della monarchia francese e il nostro presente. Queste tre epoche rappresentano per me i pensieri che l’autore Petronio, il compositore Bruno Maderna e ora noi cerchiamo di esprimere: riflessioni sull’assurdità dell’esistenza e su un mondo che si sta disgregando.

L’arte come strumento unico

E qui emerge ciò che l’arte può fare: nonostante la serietà e la gravità del tema, Satyricon è un’opera di straordinaria originalità e intrattenimento. Non posso che consigliare vivamente questa rarissima opera a tutti!

Untitled (1550 x 700 px)
Untitled (1550 x 700 px)
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Manu Lalli durante le prove con le studentesse e gli studenti del Corso di Assistente Tecnica e Tecnico della Spettacolo - Backstage della Scuola Professionale per il Commercio, Turismo e Servizi “L. Einaudi”.

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