Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino

Pubblicato
Martedì
14 febbraio 2023

Peter Pan2_© Francesco Bondi
Peter Pan1_© Francesco Bondi

Peter Pan – The Dark Side in scena al Teatro Comunale di Bolzano, il 25 e il 26 marzo è la nuova, attesissima produzione della Fondazione Haydn: un’elaborazione in chiave contemporanea di un classico della letteratura per l’infanzia che riporterà alla luce l’intenzione originale del suo autore, James M. Barrie, guidando il pubblico verso un universo dark, fra echi di cultura pop, opere d’arte digitale, rimandi al gaming e alle atmosfere di serie televisive cult dei nostri giorni come Euphoria e This is England.

Abbiamo avuto il piacere di incontrare David Pountney, apprezzatissimo librettista a livello internazionale che insieme alla regista Daisy Evans e al compositore Wolfgang Mitterer ha dato vita a un’opera che stupirà ed emozionerà nel profondo il pubblico.

Lei è uno dei registi, produttori e librettisti più esperti nel mondo della musica di oggi: è conosciuto a livello internazionale per le sue nuove produzioni di opere classiche e di opere raramente eseguite… come si crea una nuova opera?

Un’opera lirica è un lavoro così grande e impegnativo che raramente viene realizzato senza che qualcuno lo commissioni in anticipo. Quindi la prima decisione, come in questo caso, è quella del teatro che chiede un’opera a un determinato compositore. Di solito è proprio il compositore ad essere scelto per primo, perché si tratta dell’elemento più importante. Il compositore vivrà con questo progetto probabilmente per due anni, perché scrivere musica è un processo molto lento, quindi è molto importante che questa figura si senta a suo agio con il soggetto e con il modo in cui viene sviluppato un libretto. La prima grande decisione è il tema stesso e poi la struttura e lo stile. L’opera è un genere molto ampio e può abbracciare tutti i tipi di stili e strutture drammaturgiche; può essere molto estesa o ridotta, quindi ci sono numerose e importanti scelte da fare sin dalle prime fasi del progetto.

David_Pountney_by_Emli_Bendixen
David_Pountney_by_Emli_Bendixen

Quali sono gli ingredienti per un buon libretto?

La brevità è una qualità essenziale in parte perché la musica in genere impiega quattro volte più tempo a fornire il testo rispetto al parlato, ma soprattutto perché il libretto deve creare spazio per la musica. Verdi parlava di “Parola scenica”, intendendo con quest’espressione un testo conciso e concentrato che avesse un effetto drammatico immediato. Un buon libretto porta all’azione e all’emozione senza dilungarsi in troppe spiegazioni.

Perchè Peter Pan? Come mai ha scelto di lavorare su questo progetto?

Il soggetto di Peter Pan è stato scelto da Matthias Lošek, che ha specificato di essere alla ricerca di una versione “dark” per questo racconto classico. Come la maggior parte delle fiabe, possiamo leggerla come una fantasia innocente, ma tutte le fiabe, come i miti, incarnano potenti verità umane e quindi possono essere interpretate scegliendo un registro molto più oscuro o addirittura una chiave psicologica. Devo dire che mi è piaciuto molto esplorare il lato oscuro della storia di Peter Pan.

C’è qualcosa in particolare che la lega a questa storia?

Da quando sono nati i miei figli le storie di abusi e di sfruttamento minorile mi hanno sempre commosso e turbato. Ricordo che negli anni Ottanta, quando ero impegnato in una produzione di Hansel e Gretel all’ENO, rimasi affascinato dalla terribile scoperta di alcuni corpi di bambini sepolti in un giardino di Londra. Forse ricorderete che Hansel e Gretel termina con il ritorno in vita dei bambini uccisi: in quella produzione risorgevano dalla terra come una resurrezione…proprio come gli spiriti di quei bambini uccisi nella vita reale che potrebbero essere risorti da quel giardino in cui erano stati sepolti. Quindi, quando si affronta una storia in cui dei bambini vengono convinti a saltare da una finestra e a credere che saranno in grado di volare, nella mia testa iniziano a scattare alcuni campanelli d’allarme…desidero sapere che cosa sta realmente accadendo a questi bambini. Sono in mani sicure o rischiano di essere sfruttati e danneggiati? Questo è stato il mio punto di partenza per Peter Pan.

In che modo la produzione risponde alle esigenze e alle domande del presente?

Proprio ponendo domande come “I bambini sono al sicuro?”, “Gli adulti che si occupano di loro sono affidabili e degni di fiducia?”. Abbiamo esperienza di tanti casi di istituzioni che dovrebbero salvaguardare i bambini e che invece li maltrattano e abusano, come la Chiesa Cattolica. Si tratta quindi di una questione molto attuale.

Con i suoi lavori ha spesso scosso la percezione che la gente ha dell’opera. Sarà così anche per questo progetto?

Ho sempre creduto che raccontare storie sul palcoscenico attraverso la musica fosse un modo molto profondo di comunicare con il pubblico. L’opera è qualcosa di potente e viscerale, molto più vicina alla nostra vita emotiva reale rispetto a uno spettacolo più “confortevole”.

Cosa la colpisce dell’opera di oggi? Che futuro vede per questo genere?

Il futuro dell’opera, come sempre, è nelle mani delle persone che hanno il desiderio di raccontare storie attraverso la musica. Vedo oggi in questo mondo una grande energia e creatività; incontro costantemente persone che esplorano le possibilità di questa forma d’arte. Non tutti questi processi avvengono sotto l’ombrello di istituzioni liriche consolidate e anche questo è un aspetto positivo e liberatorio. L’opera è di per sé qualcosa di più importante e spesso più fertile e audace delle istituzioni.

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