Un talento che incanta
Pubblicato
Venerdì
25 ottobre 2024
Il viaggio di una stella
Nata nel 1993 in un piccolo paesino della Puglia, Beatrice Rana ha ereditato la sua predisposizione per la musica da una famiglia di musicisti iniziando il suo percorso musicale prestissimo, all’età di quattro anni. Ha studiato sotto la guida di Benedetto Lupo per poi perfezionarsi con Arie Vardi ad Hannover e all’Accademia di Santa Cecilia. Le masterclass in Italia, Francia e Stati Uniti, tenute da grandi maestri come Michel Béroff, Aldo Ciccolini e Andrzej Jasinski, hanno avuto un impatto decisivo sulla sua carriera. Nel 2010 è stata tra i sei finalisti del prestigioso Concours de Montréal e ha ricevuto anche il prestigioso Premio Arturo Benedetti Michelangeli cui sono seguiti tanti altri riconoscimenti. Il suo primo album, pubblicato nel 2015, si è aggiudicato l’Editor’s Choice di Gramophone Magazine e il premio Newcomer of the Year di BBC Music Magazine. È stata anche premiata come ‘Giovane artista dell’anno’ ai Gramophone Awards e come ‘Scoperta dell’anno’ agli Edison Awards. L’ultimo album, pubblicato nel 2024, è dedicato a due delle opere più impegnative del repertorio pianistico: la Sonata Hammerklavier di Beethoven e la Sonata n. 2 di Chopin.
Musica sensibile
Nel 2017, Beatrice Rana ha fondato Classiche Forme, un festival di musica da camera nella sua città natale, Lecce, che in breve tempo è diventato uno degli eventi estivi più importanti in Italia.
Oggi Rana si esibisce nelle sale da concerto più prestigiose del mondo, come la Konzerthaus di Vienna, la Walt Disney Hall, l’Auditorium du Louvre e la Royal Festival Hall di Londra, solo per citarne alcune. Ha già collaborato come pianista ospite con alcune delle più importanti orchestre del mondo, tra cui la Los Angeles Philharmonic Orchestra, la Dresden Philharmonic Orchestra e la London Philharmonic Orchestra. Un commento che ne descrive pienamente il talento è apparso su Seen and Heard International nell’ottobre 2021: “Rana è pianista dalla tecnica virtuosistica sovrumana in grado di suonare con la massima sensibilità. Eppure, anche in questo caso, non è così semplice, perché quella sensibilità non è puramente femminile; c’è un mix di femminile e maschile che dona una vera visione e un perfetto equilibrio alla sua esecuzione”.