Ancient Echo

Webern, Haydn, Respighi, Britten

Lunedì 02.09.2024 alle 21.00

Durata: 63 min.

Chiesa di San Giovanni

Via Cesare Battisti 20 - Ala

Calendario eventi

Programma

  • Anton Webern:

    Langsamer Satz

  • Joseph Haydn:

    Concerto per violino e orchestra n. 3 in la maggiore, Hob.VIIa:3 "Melker-Konzert"

  • Ottorino Respighi:

    Antiche arie e danze per liuto: Suite III

  • Benjamin Britten:

    "Simple Symphony", op. 4

Cast

  • Maestro Concertatore E Solista

    Stefano Ferrario

  • Orchestra Di Archi

    Gli Archi dell'Orchestra Haydn

Descrizione

La musica è in continua evoluzione, ma gli stili non si sostituiscono tra loro: lo stile nuovo accoglie semplicemente dentro di sé quello vecchio. Anton Webern scrive il suo “Langsamer Satz” nel 1905, mentre studia composizione con Arnold Schönberg, muovendosi sulla linea di confine tra il Tardo Romanticismo del XIX secolo e l’epoca moderna. Anche la seconda opera di questo concerto è un punto di svolta: nel 1761, Joseph Haydn assume l’incarico di vicemaestro di cappella nell’orchestra di corte del principe Paolo II Antonio Esterházy. Il manoscritto del suo Concerto in la maggior per violino, scritto nel 1771, viene rinvenuto nel 1949 nell’Abbazia di Melk, in Bassa Austria. Prendendo le mosse dai concerti barocchi di Vivaldi, il brano – scritto forse per il compositore e maestro di cappella dell’orchestra di corte Luigi Tomasini – traghetta l’evoluzione di questo formato di concerto nel “Classicismo”. Segue quindi la musica strumentale italiana del XX secolo, che non si orienta a esperimenti sonori d’avanguardia, bensì ai maestri del Rinascimento. Le “Antiche arie e danze per liuto” di Ottorino Respighi combinano “vecchi” e “nuovi” linguaggi sonori: nella terza suite delle “Arie e danze”, Respighi reinterpreta – quasi contemporaneamente al rinascimento vivaldiano degli anni 1930 – tre opere per liuto del XVI e XVII secolo, arrangiandole per orchestra d'archi. Anche Benjamin Britten guarda al passato nella sua sinfonia “semplice” – e in particolare alla propria infanzia e ai compositori inglesi Henry Purcell e John Dowland dell’età elisabettiana. Nel 1934, l’allora ventenne pubblica la sua “Simple Symphony”, di cui dichiara le fonti più importanti in una nota, secondo la quale la sinfonia elabora “materiale da opere che il compositore ha scritto nell’età compresa tra i nove e i dodici anni. Sebbene lo sviluppo di questi temi sia del tutto nuovo in molti punti, molte parti dell’opera sono state interamente riprese da composizioni precedenti”.

Info biglietti

INGRESSO LIBERO