Scritto in Re maggiore come i Concerti per violino di Beethoven e Brahms, il Concerto per violino di Ferruccio Busoni tiene viva la tradizione del grande concerto ottocentesco. Composto tra il 1896 e il 1897, quando Busoni godeva già di fama internazionale come pianista, il Concerto per violino nasce per il violinista olandese Henri Petri, grande solista e Konzertmeister di quella che oggi è nota come Staatskapelle Dresden, nonché uno degli allievi prediletti di Joseph Joachim, il violinista di Brahms. Petri stesso diede la prima esecuzione del concerto con i Berliner Philharmoniker e Busoni alla direzione e il loro rapporto tra i due rimase saldo per tutta la vita, al punto che Egon Petri, figlio di Henri, divenne poi uno dei migliori discepoli di Ferruccio Busoni. Ad eseguire il concerto la violinista italiana Francesca Dego, convinta promotrice del repertorio otto-novecentesco italiano, mentre sul podio Markus Stenz prosegue il concerto con la Seconda Sinfonia di Schumann. Opera incompresa fino a tempi recenti, la Seconda è oggi riconosciuta come una delle grandi sinfonie romantiche e, superate le critiche all’orchestrazione, si apprezza oggi l’inventiva originalissima dispensata a piene mani da Schumann nel lavoro. Non ha aiutato nella promozione della Sinfonia la sua genesi tormentata: i primi abbozzi compaiono un anno dopo il trasloco dei coniugi Schumann a Dresda, nell’ottobre 1845, ma Schumann impiegò quasi un anno per completare la Sinfonia, un periodo insolitamente lungo per il compositore, abituato a grandi entusiasmi creativi da cui emergevano quasi come un’unica colata interi brani. A tormentare il compositore non era solo la difficoltà di affrontare nuovamente il genere sinfonico, che obbligava ad un faticoso confronto con l’opera di Beethoven, ma crisi depressive, forti insonnie e attacchi di quei che disturbi che, 11 anni dopo, avrebbero portato Schumann a morire solo, nel manicomio di Endenich.