Mentre in Spagna, sul palco operistico, Don Giovanni può fare il fanfarone con le sue 1003 amanti, nella Gran Bretagna degli anni Sessanta gli 88 amanti della duchessa di Argyll Margaret Campbell furono la sua rovina. In un flashback, l’opera da camera Powder Her Face (in italiano: Incipriale il viso) di Thomas Adès porta in scena la dissolutezza di Margaret Campbell, il cui stile di vita scatenò uno dei più grandi scandali a sfondo sessuale della Gran Bretagna. Nel 1963, il matrimonio con il duca di Argyll viene sciolto nell’ambito di un processo spettacolare, in cui vengono usate come prove le polaroid che mostravano la duchessa in atteggiamenti sessualmente espliciti. La stampa scandalistica si nutre delle sue scappatelle e la stigmatizza pubblicamente attribuendole l’appellativo di «dirty duchess». Con il verdetto – mediatico e giudiziario – inizia la rovina sociale e finanziaria di Margaret. Powder Her Face è una denuncia della doppia morale della società, oltre che del voyeurismo mediatico. La musica risulta particolarmente convincente, con le sue tessiture strumentali dai ritmi complessi, una voce virtuosistica assai fantasiosa e rimandi allo swing e al tango, che collocano temporalmente la storia.